Corriamo, corriamo sempre.
A volte senza sapere nemmeno bene dove si stia andando (perché, come accade nella ruota dei cricetini di cui abbiamo una simpatica diapositiva, a volte una meta non c’è).
E invece, da quando quasi 3 anni fa sono scesa da quella ruota che non mi portava da nessuna parte e ne ho costruito una tutta mia con vista panoramica, corro ma so anche esattamente dove sto andando.
Inizio così un post che non parla di strategie, di comunicazione, dell’ultima novità in fatto di social o scrittura. Perché, se ai miei clienti consiglio sempre di trovare il tempo per comunicare con i loro clienti, io da settembre a questa parte qui su queste pagine non sono riuscita a farlo come avrei voluto. Già: come il figlio del calzolaio ha le scarpe bucate, il mio blog è rimasto fermo per parecchio tempo perché ero troppo occupata a scrivere per i blog di altri, per le newsletter dei miei clienti, per le strategie social di piccoli e grandi nuovi business che si sono affidati a me.
Stai andando alla grande, allora, penserai: sto cambiando in fretta le marce, sì. Sto correndo come un cricetino e ogni tanto mi fermo per controllare che abbia imboccato la strada giusta, dopo quell’ultimo bivio.
Dicembre: bilanci o nuove partenze?
Arrivo a fine anno e mi ritrovo a guardare sempre indietro, facendomi due conti di come è andata, cosa ho fatto e cosa no, cosa posso migliorare, cosa devo assolutamente cambiare nell’anno che sta per arrivare. E questa è forse la cosa più difficile che possiamo fare. Il cambiamento, l’allontanamento dalle abitudini, dalla chiusura mentale.
Che cosa ho imparato da questo 2017?
Questo è ciò che, in ordine sparso, mi sento di riportare qui per raccontarlo anche a te, con la speranza di esserti d’ispirazione.
- Ho detto tanti, tantissimi sì: a nuove possibilità, nuovi clienti, nuove reti, nuovi contatti, attività extra lavorative per crescere ma anche portare a casa qualcosa. Ho imparato a investire su me stessa e sulla mia capacità di relazionarmi (e a superare le mie paure, parlando spesso in pubblico).
- A dire alcuni no: su questo sto iniziando solo ora a migliorare. Non è per niente facile, se come me hai la sindrome del “posso fare tutto e farlo anche bene”. No, Wonder Woman lasciamola ai fumetti. Che a 40 anni vorrei avere ancora le forze, senza arrivarci stramazzando a terra.
- Ad organizzare il mio tempo: vivo di TO DO LIST infinite che spunto ogni volta con un saltello di gioia. Questo è stato il terzo anno di partita Iva e forse è stato il più faticoso, il più ricco (di progetti, relazioni, possibilità). Gestire il proprio tempo e capire quanto posso effettivamente produrre per ognuno dei miei clienti è stato fondamentale; darmi delle scadenze precise, la sopravvivenza. Una cosa importante che mi sento di ricordare anche a te, qualunque sia il tuo tipo di lavoro, è questo (a meno che non lavori in un edificio chiamato ospedale o simili): non salviamo vite umane. Non siamo indispensabili e dobbiamo ricordarci che si lavora per vivere, non si vive per lavorare. Questo lo ricordo a me stessa ogni giorno, soprattutto in quei giorni in cui supero le 12 ore davanti al PC e i miei occhi chiedono pietà.
- È fondamentale seguire i clienti che ci piacciono di più e con cui abbiamo una bella sintonia, ma altri ci servono per vivere. Quindi va bene fare selezione, ma ogni tanto bisogna chiudere entrambi gli occhi e tirarsi su le maniche con i clienti più ostici. E poi tirare anche un bel sospiro di sollievo quando inviamo la fattura e gli diciamo Grazie, arrivederci.
- Nel 2017 ho imparato ancora una volta che amare il proprio lavoro è l’unica via per amare tutti i giorni della settimana, soprattutto il lunedì. Mi ricordo ancora il peso sul cuore che provavo la domenica sera, quando partivo per la mia settimana da lavoratrice dipendente, lontano da casa: non è vita se vivi per aspettare il weekend. Se tutto va bene lavoreremo ancora per i prossimi 40 anni, tanto vale che il viaggio sia piacevole, no?
- Tante volte mi sono preoccupata più del dovuto, in modo esagerato, prima ancora che un problema si presentasse. E poi magari non si presentava nemmeno. Ecco, se sei agli inizi, se stai seguendo un percorso simile al mio (ma anche diverso), mi sento di confortarti: nessun problema è abbastanza importante da essere tenuto in considerazione prima che si presenti davvero l’occasione. Un passo alla volta, meno pensieri e più leggerezza.
- Sì, perché sono le preoccupazioni, le paure e le ansie a tenerci fermi, a farci tardare, a bloccarci sul più bello. E a volte non c’è tempo: bisogna buttarsi, mettersi in gioco, non aver paura di sbagliare. Le cose più importanti si imparano sbagliando, sporcandosi le mani.
- Ho capito, anzi ne ho preso finalmente coscienza e non ho paura ad ammetterlo, quanto sono brava, puntuale e professionale nel mio lavoro. Chi si loda s’imbroda? Forse. Io dico che bisogna soprattutto dimostrare il proprio valore con i fatti e mai con le parole. Ma se le parole fanno parte del tuo lavoro (il mio, in questo caso) e a fine anno hai potuto collezionare una serie lunghissima di persone soddisfatte, che ti ringraziano e fanno i complimenti per competenza, disponibilità e generosità… beh, diciamo che qualcosa di buono in questi 12 mesi l’hai fatto, sì. E non c’è niente di male nel dirlo, nel metterlo nero su bianco.
- Ho imparato a farmi scivolare di più le cose addosso, a tenere la vita personale fuori dalla porta dell’ufficio (anche se al momento lavoro da casa, eheh), a farmi condizionare di meno dagli altri e a proseguire dritta per la mia strada. Certe cose posso deciderle solo io, perché solo io lavoro con me stessa e per me stessa.
- Ho avuto la conferma che puoi essere brava quanto vuoi, ma se sorridi, se ti diverti con i tuoi clienti, se sei una persona piacevole e sei semplicemente te stessa, trasparente, assolutamente sincera (nel bene e nel male), raccogli molto, molto di più. E di questo devo ringraziare la mia mamma e il mio papà, che mi hanno fatta così. Io non ho fatto nulla in questo caso. 😉 Ed è anche quello che cerco sempre nelle persone con cui devo collaborare o lavorare: preferisco circondarmi di persone che mi migliorano la giornata, mi influenzano positivamente, mi strappano una risata o, a fine consegna, mi invitano anche a pranzare con loro. Perché siamo persone e oltre al fatturato c’è molto di più. A volte nascono belle amicizie!
- Per l’ennesimo anno ho tristemente imparato che verba volant, scripta manent. Per cui nel 2018 mandami un’email se vuoi lavorare con me: al telefono o di persona possiamo tranquillamente parlare di tutto quello che vuoi, ma senza due righe scritte io non comincio a fare più niente. Ho 31 anni e sì, qualche esperienza meno piacevole l’ho vissuta, registrata e memorizzata! 😉
- Freelance = libertà? Nì. Libertà di lavorare tutte le ore che vuoi/devi, soprattutto più delle classiche 8. Compresi i weekend e qualche ponte qua e là. E soprattutto le notti. Ma per adesso, sì, è l’unico lavoro che vorrei fare e che non mi pesa proprio mai.
- E poi ho imparato che forse da sola non posso fare tutto e chissà: nel 2018 magari avrò il coraggio di delegare qualcosa e ingrandirmi un po’. Ma lo scopriremo solo dopo aver stappato lo spumante il 31 sera e aver dato inizio alle nuove danze…
Che cosa avrei voluto di più o di meno dal 2017?
Più tempo. Più tempo per me, per questo blog in cui posso parlarti direttamente. Più tempo per gli affetti, ma questo è al primo posto della mia TO DO LIST del 2018. E poi meno ansie, meno pretese da me stessa e meno ricerca della perfezione. Nel 2018 continuerò ad essere pignola e precisa, sì, solo che lo farò con un po’ più di leggerezza.
Perché, in particolare, ho capito una cosa da questo lungo anno volato decisamente via: se ti viene spontaneo farlo, se non fai fatica, se è un dono naturale… hai trovato il senso di tutto. Devi continuare su questa strada e migliorarti ogni giorno, ma con la consapevolezza che stai facendo quello per cui sei nato.
E io, semplicemente, continuerò a scrivere.
Buona fine e buon nuovo inizio, con la promessa di ritrovarci qui decisamente più spesso, tra una TO DO LIST e l’altra. 😉
Silvia
Alessandro
19 Dicembre 2017 at 22:46 (6 anni ago)Complimenti per il post! Anche io spesso mi riconosco in quel criceto su quella ruota ma se a volte non ti fermi..alzi la testa …guardi i criceti che ti stanno attorno e ti domandi se non sia il caso di invertire il senso di marcia…
Silvia Cartotto
20 Dicembre 2017 at 8:50 (6 anni ago)Grazie mille Alessandro! Hai proprio ragione 😉