Nata per scrivere

Mi piace pensare che nella mia vita io fossi destinata a fare ogni singolo passo fatto fino ad oggi.

Mi piace pensare che non sia stato un caso, che a 10 anni io mi sia messa a scrivere quelle prime 10 pagine che definivo “romanzo”.

Mi piace pensare che ognuno sia qui per un preciso scopo.

E il mio… il mio è quello di lavorare con le parole. Le parole scritte.

Perché quando parlo davanti a un folto pubblico io gesticolo e perdo il filo, perché quando parlo al centro dell’attenzione io mi emoziono e vado in fretta per terminare prima. Quando parlo io forse non esprimo sempre al meglio quello che penso e quello che sento dentro. Vorrei dire a tutti “ehi, aspettate, mi fermo 5 minuti, ve lo scrivo e lo leggete, così mi capite davvero”.

La scrittura per me è tutto.

Quando a 13 anni mi veniva voglia di scrivere e lo facevo sul diario, quello sfogo mi faceva stare bene. Buttavo nero su bianco quelle parole per me così dense di significato, forse in quel momento solo per me. Ma che liberazione che era!

Al liceo i temi di italiano erano il momento più bello della settimana, perché potevo finalmente dare spazio alle idee, trasformandole in concetti e poi in storie. E quanto adoravo trovare il finale perfetto.

Poi, quando c’era da scrivere qualche biglietto d’auguri, ai compleanni o per Natale, ero sempre io quella che doveva pensarci, per trovare le parole giuste. Semplici e mai banali. O quando c’era da trovare il nome di una cosa, di un nuovo progetto, di un’idea per i lavori di gruppo, ero io quella che doveva ingegnarsi un po’. E mi piaceva, oh sì.

Mi è sempre piaciuto trovare i titoli, dare un nome alle cose, scrivere lettere, scrivere diari, scrivere brevi racconti, scrivere email, scrivere messaggi. Scrivere.

Scrivere è liberatorio: per me le dita che battono sulla tastiera e producono tanti mille tic tic tac sono il suono più bello del mondo. Perché significa che sto trasformando pensieri in parole, cose astratte in cose reali. Sentimenti in realtà. Desideri in possibilità.

A volte, solo a volte, è stato doloroso. Ci sono state volte in cui scrivere è stato necessario. E a volte utile a chiudere capitoli e ad andare avanti.

Poi, per fortuna o per merito, chi lo sa, è successo che sono riuscita a trasformare il mio amore per la scrittura nel mio lavoro.

Ho iniziato a scrivere di viaggi, poi a scrivere di moda, poi a scrivere per chiunque non avesse una voce. Ho iniziato a scrivere per imprenditori e imprenditrici che avevano bisogno che qualcuno comunicasse il loro mondo aiutandoli a guardarsi da fuori.

Il web è diventato la mia casa. I blog, i siti web, le newsletter e i canali social i miei mezzi per comunicare, per scrivere, per parlare senza la voce.

Sono freelance da 3 anni appena, scrivo per lavoro da ormai 5 anni e per passione da 9, ma in realtà scrivo di continuo, da quando ho imparato a farlo.

Sono nata per scrivere e non sono mai stata tanto felice di farlo come quest’anno.

L’anno in cui vivrò di scrittura più di qualsiasi altro. L’anno in cui posso davvero dire che ce l’ho fatta, a fare del mio sogno una realtà.

Scrivo da sempre, ma ancora non mi sembra vero quando ricevo il bonifico di un cliente dopo aver consegnato un testo. Per me è così bello farlo, che chiamarlo lavoro è proprio strano.

E oggi queste parole, che sto scrivendo di getto accompagnata da un pianoforte come solo più raramente faccio, sono dedicate a mia nonna: lei mi diceva sempre che dovevo continuare a farlo. Dovevo continuare a scrivere parole che scorrono via, fluide come l’acqua.

Mi sa che aveva ragione.

2 Commenti su Nata per scrivere

  1. Mara
    15 Maggio 2018 at 14:32 (6 anni ago)

    Brava Silvia, sei semplice e diretta. Ti esprimi senza troppi fronzoli e giri di parole, la tua genuinità arriva al cuore dei tuoi lettori. Continua così… nata per scrivere ?

    Rispondi
    • Silvia Cartotto
      15 Maggio 2018 at 14:37 (6 anni ago)

      Grazie mille di cuore, Mara! Eh sì, mi piace essere semplice e diretta anche nella vita, mi hanno fatta così! 😉

      Rispondi

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