Resilienza e 2020

Sta per chiudersi un anno davvero particolare.

E non sappiamo ancora come sarà quello che ci aspetta tra pochi giorni.

Di sicuro, nel settore in cui lavoro è cambiato TUTTO.

Non per noi professionisti, ma per chi ha scoperto di aver bisogno del marketing digitale, di chi si è accorto che – ops – aveva sottovalutato l’importanza dell’avere un sito web, o un ecommerce, o un blog,  o una newsletter e i canali social per relazionarsi con i propri clienti, in primis, e per vendere, poi.

Chi è del mestiere come me, da marzo ad oggi non ha mai smesso un attimo di lavorare, di fare preventivi nuovi, di aumentare i contenuti e di rifare dieci volte al mese i piani editoriali dei propri clienti (grazie DPCM cari, grazie).

Ma chi è del mestiere non può nemmeno lamentarsi: la mia attività è in crescita esponenziale, non ho mai lavorato tanto come quest’anno perché, seppur in ritardo rispetto all’estero, anche l’Italia ha (finalmente) scoperto l’importanza di uno strumento potente come il mondo. Il web.

Perchè quando le persone non possono connettersi tra loro, usano la rete. E la rete li sostiene: è fatta apposta, anche nella realtà.

E quando sento un imprenditore che dice “Spero solo di resistere fino a quando sarà tutto finito, in attesa che tutto ritorni come prima”, mi vengono in mente le parole (sempre geniali)  di una delle ultime newsletter di Riccardo Scandellari, guru del marketing e della comunicazione online, mio grande ispiratore: nel 2021 nulla, proprio nulla, tornerà come prima.

Ci dobbiamo abituare a un mondo nuovo, perché siamo cambiati noi, come lui.

Le persone, anche quelle che erano assidue frequentatrici di negozi e mercati, anche quelle che ripudiavano la tecnologia, oggi hanno imparato che con un click ricevono tutto a casa. In sicurezza e in comodità.

E io sono una gran sostenitrice degli acquisti a km 0, compro locale appena posso, state attenti: non sprono nessuno a comprare da quelle mega multinazionali che pagano le tasse all’estero seppur vendano (e alla grande) in Italia. No. Se capita le utilizzo anche io come tutti, certo, ma il mio discorso è un altro.

L’online non è il male: dobbiamo abituarci, se siamo piccoli produttori, piccoli commercianti, piccoli business in generale, che possiamo esserci anche noi, online. Anzi, dobbiamo.

Perchè il nostro pubblico, oggi e domani, è anche lì.

Ben venga, quando si potrà, la vendita in presenza, ma ormai il 2020 ci ha insegnato che non è più abbastanza. Si può e si deve cercare anche altre strade, altre soluzioni, altrimenti ci fermiamo, mentre gli altri vanno avanti perché più veloci, più affamati, più resilienti.

Ecco, la parola dell’anno è sicuramente stata “resilienza”, in tutto il mondo.

Resilienza è proprio questo: la capacità di far fronte a un momento tragico, difficile e negativo, in modo assolutamente positivo. Cambiando prospettiva, cambiando strada, resistendo ma soprattutto modificando il nostro approccio, il nostro punto di vista sul mondo.

Quindi anche il piccolo business dovrà avere il suo shop online, dovrà relazionarsi con buoni contenuti sul blog e sui social, dovrà mantenere un dialogo costante tramite la propria newsletter.

Perché il cambiamento è inevitabile, e anche se magari facciamo fatica a mandarlo giù, nulla tornerà esattamente come era prima.

Caspita, c’è stata (e ci sarà ancora) una PANDEMIA MONDIALE: davvero pensiamo che tutto torni esattamente come era prima?

Le abitudini cambiano, le persone cambiano, di conseguenza anche il nostro modo di fare marketing, se prima era improntato al fai da te o a un’assenza di strategia digitale, domani non potrà più resistere.

Lo abbiamo visto in questi mesi, soprattutto quelli primaverili.

Il mio augurio in questa fine di anno, quindi, è che anche in Italia si impari, nessuno escluso, a vedere nel web una risorsa e non un nemico.

Imparare a utilizzare i nuovi mezzi e ad abbracciarli, facendoli propri, è l’unico modo per non restarne sopraffatti.

Auguri di cuore, con un abbraccio virtuale che però vi stringa forte forte, come se fossimo dal vivo.

Silvia

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